Regia: Peyton Reed
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Jonathan Majors, Kathryn Newton, Bill Murray, Michelle Pfeiffer, Michael Douglas, William Jackson Harper, Katy M. O’Brian, Randall Park, Corey Stoll, Tianyi Kiy
Genere: Azione
Durata: 125 minuti
Cinema Garibaldi di Piazza Armerina
Dal 24 febbraio (escluso lunedì 27)
1° SPETTACOLO 19:00
2° SPETTACOLO 21:30
Trama:
Scott Lang ha salvato il mondo, insieme agli Avengers, poi ha scritto un libro e ora vive di quello. Sua figlia Cassie invece è un’attivista che non ha paura di mettersi nei guai con la polizia. Inoltre è anche un genio della scienza e con l’aiuto di Hank Pym e Hope Van Dyne ha ideato un sistema per sondare il regno quantico. Janet Van Dyne, che della sua lunga prigionia nel regno quantico preferisce non parlare, ne è all’oscuro e quando lo scopre è troppo tardi per fermare Cassie: il suo esperimento finisce per trasportare tutti in questa fantastica dimensione, dove si trova anche… il Conquistatore!
Molto diverso dai due precedenti capitoli dedicati all’eroe, Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un’avventura in un mondo strano e lisergico, oltre che l’inizio della nuova Fase Cinque del Marvel Cinematic Universe.
La famiglia Lang/Pym/Van Dyne consta di tre generazioni, ha una nonna con molti segreti, ma si ritrova unita nel combattere il tiranno di un’altra dimensione. Il nuovo Ant-Man si sposta in un registro che, nel mondo Marvel, è quello tipico dei Fantastici Quattro – del resto ancora assenti in versione Disney. Nonostante si sia ormai assuefatti alle stranezze di un luogo interamente generato al computer – con una qualità discreta, ma senz’altro molto inferiore a quella di Avatar – La via dell’acqua – il film è inventivo per quel che riguarda creature e personaggi, costumi e mostri, armi e tecnologie assortite.
Si spazia da palazzi senzienti a cocktail viventi, da creature senza “buchi” fino al grottesco M.O.D.O.K. Si capisce a guardarlo perché lo sceneggiatore Jeff Loveness abbia avuto la sfacciata e infelice uscita di paragonare Ant-Man and the Wasp: Quantumania all’irrealizzato e irrealizzabile Dune di Jodorowsky: entrambi sembrano parti di una mente sotto acido e soprattutto hanno in comune un villain dal corpo deforme, debordante e fluttuante nell’aria con sistemi antigravitazionali, come il barone Arkonnen.
Il suo equivalente Marvel è M.O.D.O.K., in una versione diversa da quella del fumetto nella genesi ma non nella forma assurda, con un’enorme testa attaccata a piccole gambe e braccia, capace forse di dare qualche incubo ai più piccoli. Per inciso questo M.O.D.O.K. non c’entra poi assolutamente niente con quello della serie Tv animata in stop-motion, programmata nel 2021 e presto cancellata. Si tratta qui di una vecchia conoscenza di Scott, che mutato in questa forma ha perso del tutto la sanità mentale e vive sconsiderate fantasie di vendetta. Al tempo stesso però non è che un lacché del temibile Kang il Conquistatore, il villain che viaggia nello spazio e nel tempo e che sarà al centro di questa e della prossima fase del Marvel Cinematic Universe.
Già introdotto brevemente nella serie Loki, però nella più pacifica delle sue varianti, qui Kang sfoggia invece appieno devastanti poteri, tanto che Scott e Hope non sembrano in grado di ostacolarlo. Si tratta di un villain molto anomalo, che vive un’esistenza “non-lineare” ed è in guerra principalmente con se stesso. Di certo una nemesi originale e diversa da Thanos, perfettamente legato al tema multiuniversale di questa nuova Marvel Saga.
Il tirannico dominio di Kang naturalmente solleva una ribellione, i cui protagonisti sono però tanto coloriti quanto evanescenti, al punto che di alcuni di loro non si riesce a memorizzare nemmeno il nome. Sarebbero al centro di questa storia, ma rimangono sullo sfondo come una bizzarra carta da parati, buona per animare i panorami di questa festa del digitale. Va invece meglio con le scene più visionarie, in particolare in una sequenza che già si intravede nel trailer, dove tra paradossi quantici Scott finisce moltiplicato in migliaia di Ant-Man. Tutto questo riempie pienamente le due ore di durata, che risultano molto dense anche per via degli articolati discorsi di Kang, oltre che per le dinamiche tra i vari membri della famiglia dei protagonisti, con tanto di cameo di Bill Murray a mettere pepe sulla coppia di nonni.
Inoltre sono immancabili le scene in mezzo e alla fine dei titoli di coda, che lasciano baluginare i futuri capitoli della saga. La cosa forse più sorprendente è però un’altra: l’ex Gordon Gekko Michael Douglas a capo di una rivoluzione di avanzatissime formiche socialiste, dalle quali: «avremmo qualcosa da imparare». Chi l’avrebbe mai detto?