Regia: Alessandro Genovesi.
Cast: Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Angelica Elli, Bianca Usai, Matteo Castellucci.
Genere: Commedia.
Durata: 94 minuti.
Cinema di Piazza Armerina
dal 15 al 19 Febbraio
1° SPETTACOLO ore 19:00 – 2° SPETTACOLO ore 21:30
Trama:
Carlo lavora da quindici anni nella stessa azienda. Il suo lavoro lo ha fatto stare spesso lontano dalla famiglia: dalla bella moglie Giulia e dai tre figli di tredici, dieci e due anni. Quando la sua vita sembra essersi stabilizzata, un giovane ambizioso rischia di prendere il suo posto nell’ufficio delle risorse umane mentre la consorte decide di prendersi una pausa e partire per dieci giorni a Cuba. Carlo quindi non dovrà solo cercare di mantenersi un’occupazione ma, per la prima volta, dovrà anche badare da solo ai figli che sembrano odiarlo e che lui si ritroverà a dover conoscere.
Il volto di Fabio De Luigi si presta ancora una volta ad una tragicommedia. Sebbene sia innegabile infatti che alcune delle vicende in cui si ritrova invischiato il suo personaggio siano esilaranti, dietro nascondono la forte malinconia di un padre che ha trascurato i propri figli.
Ed ancora più importante, di un padre che non comprende a pieno il ruolo di una madre full time. Si nota la forte volontà di portare sul grande schermo tematiche attuali quali la frustrazione di una donna nell’essere “solo” una madre o il difficile connubio famiglia/lavoro. E specialmente nell’affrontare la prima, è lodevole il modo con cui è stato scritto il personaggio interpretato da Valentina Lodovini, un ruolo femminile dal sapore (finalmente) contemporaneo.
Purtroppo non tutto risulta essere così armonico. Si risente ancora del vezzo di dover far ridere a tutti i costi fino ad enfatizzare inutilmente alcune scene sino al limite dell’assurdo o di mettere troppa carne a fuoco, come nel caso dei personaggi secondari che sembrano limitarsi a colmare dei vuoti di sceneggiatura. Questo rallenta notevolmente il ritmo e distoglie l’attenzione da quella che, minuto dopo minuto, pare essere l’agonia di un uomo che non sa più da dove iniziare per far tornare le cose in ordine.
Una parabola che quindi aveva il potenziale per essere meglio sfruttata, ma che si limita a crogiolarsi nel disagio esistenziale del suo personaggio senza troppi picchi memorabili. Ciò che è certo è che il volto (letteralmente) devastato del protagonista Carlo indebolisce per un po’ lo stereotipo della bella famiglia felice senza fatica e sacrifici. Con un epilogo che, seppur scontato, rimette in discussione il tradizionale ritratto dei ruoli generalmente imposti di mamma e papà.