Regia di: Christian De Sica
Cast Completo: Massimo Boldi, Christian De Sica, Regina Orioli, Maurizio Casagrande, Francesco Bruni
Genere: Commedia
Durata: 85 minuti
Cinema di Piazza Armerina
dal 20 Dicembre
1° SPETTACOLO ore 19:00 – 2° SPETTACOLO ore 21:30
TRAMA:
Cesare Proietti, direttore di un albergo di lusso, viene licenziato in tronco da Antonella, figlia del proprietario Massimo Colombo. Colombo è un self made man che ha perso ogni controllo e passa il tempo a cacciare gonnelle. La sua compulsione a mettere le mani addosso alle badanti fa sì che loro abbandonino regolarmente l’incarico e dà a Cesare l’idea giusta: travestirsi da donna e proporsi a Massimo come Lisa, “dama di compagnia”, a fronte di un lauto compenso. Sorvoliamo sul fatto che Massimo ha appena dichiarato di volere intorno solo donne giovani e piacenti: appena vede Lisa, sessantenne dai capelli candidi, perde la testa, come Osgood per Daphne in A qualcuno piace caldo, o come Les per Dorothy in Tootsie. A chiudere il cerchio sono la moglie di Cesare, Carla, il figlio Matteo, aspirante rapper e omosessuale nascosto, e il concierge dell’albergo, il mite Marco.
Che l’intenzione di Amici come prima sia metacinematografica è esplicitamente dichiarato dall’inquadratura finale, una carrellata all’indietro che denuncia la finzione filmica, con tanto di blooper finali. E non è un caso che quei blooperdocumentino il rapporto di amicizia ritrovata fra Massimo Boldi e Christian De Sica che dà il titolo a questa commedia.
Amici come prima porta infatti in dote il loro sodalizio ventennale e il consolidato contrasto fra la milanesità dell’uno e la romanità dell’altro. Dentro a questa storia c’è l’affetto che il pubblico ha tributato per decenni al duo, ci sono l’aspettativa per le linguacce di Boldi e le reazioni fulminee di De Sica (due o tre qui da antologia), c’è la trivialità scatologica e infantile cui ci hanno abituati decine di cinepanettoni, ci sono i botta-e-risposta dal ritmo comico ben rodato. E c’è anche una riflessione autobiografica e dolorosa sulla vecchiaia e la paura di essere rottamati, a meno che non si tengano in mano i cordoni delle borse (o la cinepresa, se sei un attore).
Tutto questo è l’aspetto positivo di una commedia che appartiene più a Christian De Sica, qui anche regista, che a Massimo Boldi. Anche il soggetto è di De Sica con il team Brizzi-Martani-Falcone e Alessandro Bardani, e la sceneggiatura porta la firma di tutta la squadra tranne Fausto Brizzi, che aggiunge alla generale valenza metacinematografica il portato della propria vicenda personale.