E POI SI VEDE

Regista: Giovanni Calvaruso

Cast: Fabrizio Sansone, Federico Sansone, Donatella Finocchiaro, Ester Pantano, Domenico Centamore, Paola Minaccioni, Paride Benassai, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Gabriele Cicirello, Giugiu Gramaglia (II), Stefania Petyx

Genere: Commedia

Durata: 97 minuti

Cinema Garibaldi di Piazza Armerina

Dal 4 al 9 Aprile

1° SPETTACOLO alle ore 19:00

2° SPETTACOLO alle ore 21:30

Trama: Tre case, tre ragazzi, lo stesso obiettivo: vincere il concorso per un posto da impiegato nell’ufficio legale del Comune. Federico, laureato in giurisprudenza, ma solo per compiacere il padre consigliere, spera in una sua raccomandazione; Fabrizio, avvocato sulla carta ma non praticante nella vita, tenta di superare l’ennesima prova statale e Luca che da quando è nato ha avuto sempre la strada spianata. Solo per uno di loro si realizzerà il sogno di una vita, fin quando le cose non prenderanno una piega inaspettata.

Nuovo tentativo di avvicinare il pubblico dei social e della tv a quello del cinema. Fabrizio Sansone e Federico Sansone – in arte I Sansoni – con le loro 400 milioni di visualizzazioni, le apparizioni a “Striscia la Notizia, al “PrimaFestival” del recente Festival di Sanremo e nei tour teatrali, animano una commedia divertente e ben scritta.

I due fratelli palermitani sbarcano al cinema, grazie al produttore Marco Belardi che, in passato, aveva fatto la stessa operazione con Maccio Capatonda e Herbert Ballerina, nel segno comico dei loro ‘zii’ compaesani Ficarra e Picone con cui condividono il co-sceneggiatore, Fabrizio Testini che ha collaborato a tutti i film da Il 7 e l’8 a Santocielo, e il regista Giovanni Calvaruso il cui precedente Vite da sprecare era prodotto proprio dalla Tramp Limited.

Con gli altri due comici palermitani condividono l’attenzione allo stesso mondo generazionale che nel 2001, in Nati stanchi di Dominick Tambasco in cui per la prima volta nel 2001 appaiono al cinema Ficarra e Picone, si focalizzava su due trentenni con lavori saltuari, serate passate nei bar con gli amici e con un unico sogno nel cassetto: allungare quanto più possibile quel momento senza alcuna responsabilità sulle spalle.

Come allora, anche oggi i genitori dei tre giovani di belle speranze – Federico (Federico Sansone) con il poster di Berlusconi in cameretta e con la mamma che si accolla (Paola Minaccioni) proprio come quella di Luca (Gabriele Cicirello) interpretata da Donatella Finocchiaro nel ruolo di una politica scorretta e Fabrizio (Fabrizio Sansone) figlio di operai costretto a fare il rider – sperano un posto fisso per il loro pargolo.

Sul lavoro a tempo indeterminato, a modo suo, ha ironizzato molto anche Checco Zalone in Quo vado? ma in E poi si vede siamo più dalle parti della satira sociale del cinema di Ficarra e Picone in cui viene preso in giro, ad esempio, il ruolo delle raccomandazioni con uno dei commissari d’esame (l’attore Maurizio Bologna, scomparso lo scorso settembre, a cui il film è dedicato) che, in bagno, dà un codice da inserire nell’elaborato al figlio della politica che non lo capisce bene e così ne approfitta Federico che ascoltava di nascosto (non visto perché seduto “a paperella” sul water come gli consiglia la mamma per non prendere malattie).

Ma, contenuto della gag a parte, l’azione comica tra i due Sansoni – frutto di una trama ben scritta, mai episodica – segue codici molto diversi da quella di Ficarra e Picone che lavora sulle opposizioni dei loro due caratteri, esplicitati anche fisicamente, mentre qui ci troviamo di fronte a due fratelli nella realtà che, alla fine, sono molto simili e che finiscono pure per aiutarsi (Fabrizio, laureato in giurisprudenza per davvero, difenderà in tribunale Federico che ha la stessa laurea ma non le stesse competenze).

Certo la satira dei comici che abbiamo citato appare più graffiante rispetto a quella de I Sansoni che però fanno i conti con una disillusione generazionale vera, quella dei trentenni di oggi, in questo caso anche del Sud, che vivono una condizione di immutabilità rispetto a certi meccanismi e ai sogni lavorativi (il loro più recente spettacolo teatrale si intitola “Sogno a tempo determinato”) e quindi si permettono pure di mettere in bocca alla senatrice, interpretata splendidamente da Donatella Finocchiaro, battute che contengono le cifre esatte – ventimila euro – di quanto dato al commissario d’esame per far vincere il figlio a cui non si vergogna di ricordare, come se fosse la cosa più normale del mondo, di aver comprato la laurea, la patente e chissà cos’altro.

Insomma la satira è così palese da non sembrarlo più ma non per questo, a ben guardare, diventa meno inquietante e meno specchio dei tempi in cui vivono i protagonisti di questa commedia corretta, ben scritta, divertita e divertente, ambientata in una non tanto immaginaria città siciliana di Malvasia.