Regia: Massimo Venier.
Cast: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Lucia Mascino, Carlotta Natoli.
Genere: Commedia – Italia, 2020.
Durata: 110 Minuti.
Cinema di Piazza Armerina
dal 7 al 11 Febbraio
1° SPETTACOLO ore 19:00
2° SPETTACOLO ore 21:30
Trama:
Aldo si dice pieno di acciacchi e delega alla moglie Carmen qualsiasi incombenza domestica – ma non le fa mancare attenzioni dove conta. Il figlio maggiore Salvo è in “libertà vigilata” dopo aver rubato un motorino e le due gemelle Ilary e Melissa completano la rumorosa tribù familiare. Giovanni ha ereditato dal padre un negozio di articoli per calzature che ha fatto il suo tempo, come gli fanno notare la pragmatica moglie Paola e l’altrettanto pragmatica figlia Alessia. Giacomo è un dentista che pensa solo al lavoro mentre la moglie Barbara fuma a catena e si isola dal mondo, e il figliastro Ludovico è in piena fase di ribellione preadolescenziale. A causa di un errore di booking le tre famiglie si ritrovano a condividere una casa al mare e scopriranno le loro affinità affettive, se non proprio elettive, perché “l’isola è bella, la casa è grande, e l’estate è breve”.
Aldo, Giovanni e Giacomo tornano a fare ciò che riesce loro meglio: raccontare l’amicizia che li lega da decenni attraverso una storia semplice che attinge alle loro esperienze personali.
“Sono fatti così”, come dice la canzone che li accompagna, e seguire le loro avventure è fare una passeggiata verso casa con i compagni di sempre di cui conosciamo vizi e virtù, debolezze e tormentoni. Questa volta si aggiungono alla storia (scritta dal trio con lo storico regista Massimo Venier, finita la pausa dopo Tu la conosci Claudia?, e gli ottimi Davide Lantieri e Michele Pellegrini) alcuni elementi di contemporaneità che rendono i loro personaggi riconoscibili non solo nei manierismi cui ci hanno abituati, ma anche nelle preoccupazioni della nostra epoca: un’attività di famiglia che chiude, un figlio sempre attaccato all’IPad, una società in cui le regole sono inesplicabilmente a volte ferree, a volte flessibili.
Il trio si trova a negoziare continuamente la sua posizione nel mondo e in un immaginario cinematografico talmente consolidato da apparire vintage: la partitella in spiaggia, le schitarrate di sottofondo (la musica è di Brunori Sas ma ci sono anche Bruno Martino e Vinicio Capossela), le trasferte in macchina in quell’Italia estiva che si snoda lungo l’autostrada come grande equalizzatore, inseguendo una geografia impossibile.
L’estate è breve e Aldo, Giovanni e Giacomo ne sono ben coscienti: hanno chiare le priorità, più chiare che nei loro ultimi film, ovvero condividere con il pubblico quella chimica spontanea e affettuosa che include e rassicura. Senza dimenticare la vena di malinconia e dolcezza che ha sempre caratterizzato la loro comicità.
Al loro fianco hanno scelto le attrici giuste: Lucia Mascino, Carlotta Natoli e soprattutto l’irresistibile Maria Di Biase, l’unica a poter tenere testa all’amabilità mediterranea di Aldo Baglio. Anche i ragazzi sono selezionati, soprattutto Edoardo Vaino nei panni di Ludovico, e dotati di dialoghi credibili: la malmostosità preadolescente di Ludovico ad esempio è centrata in pieno. Michele Placido ha un ruolo delizioso che fa leva sui suoi impeccabili tempi comici, Roberto Citran è protagonista di una digressione narrativa davvero ben scritta e recitata. Nessuno in questo film è stupido o demenziale, pur nell’esagerazione comica, nessuno è troppo lontano dal vero, dal doloroso e dall’umanamente fragile.
Peccato per la svolta finale che, più che un colpo di scena, è un colpo basso. Fino a quel momento Odio l’estate è un antidoto agli squallori del presente, un inno alla solidarietà senza derive buoniste, una coperta di Linus per chi, oggi, sta cominciando a sentire davvero freddo.