UN FILM MINECRAFT

Regista: Jared Hess

Cast: Jason Momoa, Jack Black, Danielle Brooks, Emma Myers, Sebastian Eugene Hansen, Kate McKinnon, Jemaine Clement, Jennifer Coolidge, Rachel House, Allan Henry, Mark Wright, Yvette Parsons, Bret McKenzie, Jared Hess, Matt Berry, Alice May Connolly, Daniel Middleton

Genere: Azione

Durata: 101 minuti

Cinema Garibaldi di Piazza Armerina

Dal 11 al 16 Aprile, escluso il 15

1° SPETTACOLO alle ore 18:00

2° SPETTACOLO alle ore 21:00

Trama: Quattro improvvisati avventurieri – Garrett “The Garbage Man” Garrison, Henry, Natalie e Dawn – sono alle prese con problemi quotidiani quando vengono improvvisamente trascinati, attraverso un misterioso portale, nell’Overworld: un bizzarro paese delle meraviglie cubico dove regna l’immaginazione. Per far ritorno a casa, dovranno imparare a padroneggiare questo mondo (e proteggerlo dalla minaccia di Piglins e Zombie) mentre intraprendono una magica missione affiancati da un esperto e inaspettato ‘costruttore’ del posto.

Il mondo del primo videogioco più venduto della storia (in 15 anni 300 milioni di copie) è lo scenario di una commedia spumeggiante, citazionista e survoltata ma con una sceneggiatura evanescente.

Protagonista assoluto è Steve, unico personaggio giocante ‘realmente’ presente nel videogioco, che ha il volto e le mossette gigionesche di una leggenda come Jack Black qui lasciato a briglia sciolta e quindi completamente a suo agio nel costruire la figura di un eterno bambino con t-shirt azzurrina che sognava di entrare in una miniera con il piccone in mano e ora si trova a essere un esperto costruttore nel mondo di Minecraft, dove sa attivare anche una vasta gamma di armi tra cui spade e asce ed è dunque perfetto per traghettare i quattro protagonisti nelle regole di questo strano posto fatto a quadrettoni. Su questo assunto di base ruota tutto il film che concentra in un’ora e quarantuno minuti l’esplorazione del Sopramondo (“Overworld”) senza dimenticare le altre due dimensioni di Minecraft – il “Nether” e l'”End” – che vengono raggiunte attraverso portali che si attivano a piacimento.

In questo contesto molti dei cosiddetti personaggi non giocanti del videogioco, come mucche e maiali, sono presenti in computer grafica mentre troviamo dei caratteri completamente originali in live action inseriti in maniera un po’ fantasiosa dalla sceneggiatura scritta a dieci mani da Chris Bowman, Hubbel Palmer, Neil Widener, Gavin James e Chris Galletta. Tra questi, l’unico a funzionare veramente, è quello di Garrett “The Garbage Man” Garrison a cui Jason Momoa aderisce in maniera fin troppo (auto)ironica mentre si fatica di più a entrare nelle dinamiche che muovono i personaggi di Natalie e Henry, interpretati da Emma Myers e Sebastian Hansen, che vengono bene introdotti e poi un po’ dimenticati nel corso delle vicende. A loro si aggiungerà il personaggio di Dawn (Danielle Brooks) che definire pleonastico è un complimento mentre risulta ancora più scollegato quello della vicepreside Marlene, interpretata da Jennifer Coolidge (in linea con l’immaginario delle commedie teen anni ’80), alla quale viene però riservata un’attenzione così speciale da far quasi pensare a tentazioni da spin-off.

Dietro la macchina da presa, a dare un ritmo forsennato e survoltato alle vicende rocambolesche, forse per nascondere una sceneggiatura un po’ troppo evanescente (a meno che lo spettatore non si accontenti dell’esplicito e unico messaggio del film: «È più difficile creare che distruggere»), troviamo Jared Hess, con la sua sensibilità vintage, che aveva sorpreso dieci anni fa con Napoleon Dynamite e poi con Super Nacho con un Jack Black scatenato, entrambi firmati con la moglie Jerusha.

È sempre molto difficile per un regista che porta sul grande schermo l’universo di un videogame non tradire la fanbase che vorrebbe una trasposizione esatta, per filo e per segno, del mondo di riferimento. Ma questa linea è in effetti quasi impossibile da seguire per un prodotto come Minecraft che è un cosiddetto “sandbox” ossia senza alcun obiettivo specifico.

Tutto risulta ancora più difficile quando lo stile scelto è quello del live-action e non dell’animazione come Super Mario Bros. – Il film o , in parte, The Lego Movie che, pur non essendo tratto da un videogioco (in questo senso rimane insuperata la riflessione teorica di Ready Player One di Steven Spielberg), aderisce in maniera molto più puntuale all’universo di riferimento.

Non resta dunque che abbandonarsi, spegnendo il cervello (e vale sia per i fan che per chi non sa neanche cosa sia Minecraft), alla serie di avventure rocambolesche messe in atto dai due protagonisti che, appunto come un videogioco anni ’80, devono sempre passare a un ‘quadro’ successivo per tentare di sbrogliare la matassa. Il “perché lo fanno” non è così importante dato che il “come lo fanno” alla fine diverte e distrae. Che poi è l’unico obiettivo centrato da un film, deliziosamente anarchico, ma senza né capo né coda.